Cecil Papers: December 1577

Calendar of the Cecil Papers in Hatfield House: Volume 2, 1572-1582. Originally published by Her Majesty's Stationery Office, London, 1888.

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'Cecil Papers: December 1577', in Calendar of the Cecil Papers in Hatfield House: Volume 2, 1572-1582, (London, 1888) pp. 164-171. British History Online https://www.british-history.ac.uk/cal-cecil-papers/vol2/pp164-171 [accessed 11 April 2024]

December 1577

488. Mr. Recorder Fleetwood to Lord Burghley.
1577, December 4. At Newgate Sessions twenty-three have been condemned, and would have been executed, but one has discovered a practice against Burghley for robbing Cecil House. Sends the examination of John Croker. If Burghley wishes him reprieved, he has but to write two words to that effect.
One George Joyner, a merchant of the city, being required to pay the subsidy, being but 15s., did after certain brabling words in a rage cast the money on the pavement, saying, “There it is, the devil give her good of it!” Brought before the Justices at Newgate and charged, he denied the words. Whereupon he was indicted on the old article of the Crown, called de verborum prolatoribus, and not upon the new statute anno 1 Eliz., it being somewhat ambiguous. Justices Southcott and Mounson were divided in opinion as to punishment. This day in their absence the Lord Mayor, Sir Wm Dansell, Sir Rowland, Sir Leonell, Sir Alexr Avenon, Robt Wrothe, John Marsh, Wm Wightman, Barnard Randolph, Wm Clerk and the Recorder, after good deliberation, resolved his punishment should be, that he should stand upon the pillory 3 hours, with his fault written over his head, pay a fine of 10l., and be imprisoned during her Majesty's pleasure. This Joyner is a gentleman born, descended of old Joyner, the prothonotary, aged 30 years, unmarried, behindhand by losses in merchandise, noted to be a Papist, cometh not to Church, has not received the holy communion since Easter twelve months, is of comely stature, and favoured like Sir Thos Heneage, sober, and in his speech seemeth discreet, yet very obstinate and stubborn in popery.
Asks Burghley's opinion of their conduct, and wili, if he thinks meet, execute him upon Friday according to their determination.—Bacon House, 4 Dec. 1577, at 10 o'clock.
P.S.—Has apprehended Pendred and Thomas Smith; hopes tomorrow to take the rest.
Endorsed.
1 p.
Enclosing :
1577, (fn. 1) November 4. The examination of John Croker, prisoner in Newgate.
Eight weeks ago one Pendred, living in the Strand beyond the Lord Treasurer's, this examinate, Thomas Smyth, dwelling in Scrope Place, Holborn, Matthew Smyth of Westminster, formerly of the “Gilden Calf” in Shoe Lane, and Andrew Careless, alias Fleetwood, all appointed by the procurement of Pendred to have robbed the Lord Treasurer's house in the Strand, going through Pendred's garden, or else over the wall next adjoining to Covent Garden. Once over, Matthew Smith was to open all locks in the house. Pendred persuaded them them they should have a booty of five or six thousand pounds in money and plate. The robbery was not executed because of the apprehension of examinate.
With Burghleys notes in the margin. 1 p.
489. Export of Ordnance.
1577, Dec. 13. Warrant under the Privy Signet to Adolph de Meerkerke for the transportation of cast-iron ordnance.—Hampton Court, 13 Dec. 1577.
1 p.
490. The Low Countries.
1577. Her Majesty,—having used all good offices with the King of Spain, and his late Governor Don John, for establishing a good peace and a quiet and settled state of the Low Countries, but being unable with any intercession or means she could use to bring them to that which she desired, and finding by the protestations of the States that the present support desired of her is only in consideration of the extreme necessity wherein the said States find themselves presently, by reason of the great preparations in France and elsewhere to overrun them and bring them to utter ruin, and it not disagreeing with the ancient treaties between the Crown of England and the House of Burgundy, and seeing the meaning and purpose of the States is no other but by these succours to keep themselves in due obedience to the King, their sovereign,—is content.
Headed :—“1577. The Marquis de Havre, ch., requireth aid of the Queen which is granted with this protestation.”
Endorsed :—Mr D. James.
¾ p.
491. Baptista Di Trento to the Queen.
1577. “Essendo io mosso, serenissima Maestà, dal zelo dal honor d' Iddio et della persona sua, et per la conservatione del suo regno, et della patria, in non volere vedere spargere tanto sangue come si spargera, con questa mia io li manifesto un gran delitto, ma enorme et horribile, et degno d' ogni suplicio, quale e questo, che li principali signori di questo regno li hanno fatto una congiura contra, et conspiratione per torgli il regno suo, et forsi la vita, quali erano compagni del duca de Norfocke, et quelli che facevano ogni cosa, ma haveano eletto il duca per capo, per esser egli solo duca, et il primo signore in dignita de questo regno; ma egli non era atto alle cose di guerra, per non esser vi mai stato in tali negotii, ma rude et inesperto, ma quelli che doveano governare le cose di guerra erano li infrascritti congiurati, cioe, il conte de Sussecke, il contrarealeur, et il Pellan [Pelham], luogotenente del generale del' artegliaria di S. M., et il capitano Schout. Di poi vi era il conte di Lesiter, et il conte de Warwicke suo fratello, et l' Almiraglio, et milor Cubam [Cobham], et il conte d' Arundel, et il conte di Sore [Surrey] suo nipote, et milor l' omelin [Lumley] suo genero, et milord Sidne, vicere in Hirlanda, et mestre Dier, et mestre Brudnel, et io scrittore de questa lettera, indegno di essere chiamato christiano, per havere voluto commettere et essere compagno di un cosi scelerato et infame peccato, a cui ne adimando perdono a Dio et a V. M. quale humilmente piego a perdonarmi. Delli fuori usciti et banditi non parlo, perche sono conosciuti; de morti vi erano il conte di Pombruch [Pembroke], milord Paget, et il conte di Esseccx, et il Fragmarton [Throgmorton], quale fu ambasciatore in Franza et la congiura sta in questo modo. Il conte de Lesster e stato inventore di tale congiura, et il capo principale, per che essendo stato fatto grande da V. M. et inalzato nella corte, sino ove puo ascendere un signore, li entro nel animo di dovere havere V. M. per moglie, et essere re d' Inghilterra, et per potere ottenire il desiderio suo, fece amazzare sua moglie, tenendola in casa di chi tutti sano et conosci, quale essendo andato a una nozze, il conte di Lesiter fece andare alcuni suoi sateliti, quali l'amazzorno, et finsero che fusse morta da morte subitana, et fu portata a sepelire prestamente, queli di quel loco della giustitia parendoli una morte inusitata et strana, la fecero cavare di terra et visitare, et trovorno che ella non havea macula alcuna, et era bella, et della faccia et della persona, et la testa ben acconciata, et cavandoli quelli adornamenti li trovorno nella testa cinque chiodi impegolati, longi sei ditta. Li fecero li sateliti quella pegola acconciare et mettere accio non uscise il sangue, ne si vedesse la ferita di chiodi, perche se il conte di Lesiter l' havesse fatta avelenare, come bene havea la commoditade, sapea che per la faccia et persona usciscono il veleno in corte tache pavorazze et rosse, et se haveva conosciuta, et fatto processo per la giustitia, cosi cinque chiodi la cosa li riuscicha non aparire segno alcuno. La giustitia conosciuti li chiodi fecero processo di tale cosa et relatione; ma il conte Lesiter hebbe gratia da V. M. (non sapendo lei cosa alcuna di tal fatto), che non fusse piu parlato di tal processo, et cosi fu fatto. Di poi qualche tempo lui pensava havere subito V. M. per moglie, ma avenne che lei fu adimandata per moglie per l' Arciduca Carlo d' Austria, fratello dell' imperatore passato, et zio del presente, et seria stato fatto tale maritagio, ma il conte di Lessiter lo ruppe nel spatio di molto tempo, et conoscendo che V. M. non lo voleva per marito, et essendo disperato, et vedendo per tal via non potere essere re, se delibero di essere re per forza, poiche non havea potuto essere re per amore, et li fece la sopradetta congiura et conspiratione contra, pentitosi d' havere fatto amazzare la moglie, et quella crudelta la volto contra V. M., et se misse a practicare li congiurati sopradetti, et li tiro al suo volere con il tempo et a farsi tutti li altri signori et gentilhuomeni del regno partegiani et amici, per servirsene poi, et con molto tempo ha acquistato un seguito tanto grande che e tremendo in Inghilterra. Avenne poi che la reina di Scotia fu fatta pregiona, quale repudio, essendo in prigione, il conte Baduel suo marito, tenuto pregione in Danimarca, et incolpato de havere fatto amazzare il re di Scotia, suo marito, et anchor che lei fusse quella che fece fare il tutto, getto la colpa al conte Baduel, et questo fece provedere de liberarsi di pregione, con il pigliare per marito il duca di Norfocke, capo del consiglio di V. M., quale li prometteva di liberarla con la sopradetta congiura, et il conte di Lesiter favori tal maritaggio, et con il vescovo di Rosse, quale era ambasciatore per il regente di Scotia, tiro a fine tal maritaggio et congiura, et cosi si concluse che il duca di Norfocke fusse re di Scotia, et il conte di Lesiter re de Inghilterra.
Hor permettere in executione tale congiura, cinque volte hanno tentato di escutarla. La prima fu al tempo che si tratava il maritaggio sopradetto del Arciduca Carlo d' Austria, quale duro al quanti anni, et il conte di Sussecke finse di venire alle mani con il conte di Lesiter, et di havere recevuto un schiafo, se desfidorno insieme a combattere per havere occasione, una parte et l' altra, di fare venire li suoi complici, et solevare li suoi partegiani, et poi tutti insieme pigliare V. M. et tutta l' Inghilterra con l' aiuto del re Philippo, che li havea promesso molti cavalli, et farli passare il mare con l'aiuto del Almiraglio et di milord Cobam nelli suoi porti che guarda, et il duca di Norfocke per esser il capo trato tale negotio, ma quelli suoi partegiani, che venero da una parte et dall' altra, o che non fussero assai, o che non fussero bene in ordine, et pensandosi d' havere tempo per li soccorsi V. M., fu tanto presta a prohibirli le arme, et a farli fare pace, che non hebbero tempo di finire la cosa, et mettere la congiura in executione, et resto imperfetta, et la remissero ad una altra volta, qual fu la seconda, et il tempo trovoruo commodo ad un parlamento, quale si fece dapoi, nel quale li capi detti de tale congiura praticorno tutta la nobilta in fare poi che V. M. non si voleva maritare, et che la era in età di non havere piu figliuoli, che lei dichiarasse chi voleva chi fusse successore del regno doppo la sua morte, accio lassasse li suoi popoli in pace. La cosa parve ragionevole a tutti li nobili et a tutto il parlamento, ma li congiurati volevano, se non dava per successore la reina di Scotia, solevarsi et dire che a lei aparteneva, con cui era gia fatto la promessa con il duca di Norfocke del maritaggio, et tale successione era di ragione sua, ma la cedeva d' acordo fatto al conte di Lesiter, et tali congiurati haveano l' aiuto delli Scocesi della parte della reina, et fecero che il conte di Setoun secretamente fece presentare un libro al parlamento, nel quale erano tutte le ragioni della successione di la reina di Scotia nel regno di Inghilterra, al cui libro fu bravamente risposto, et V. M. non volse mai dichiarare il successore che Iddio l' aiuto, ma hebbe di gran travagli in quel parlamento, et gran danno, perche bisogno che li donasse una gran parte di quello che erano soliti pagare nelli altri parlamenti. Il terzo tentativo fu quando li congiurati deliberorno di mettere in esecutione la cosa, quando si solevorno il conte di Westmerland et tanti altri rebelli, et il duca de Norfocke et il conte de Sussecke et suo fratello erano in ordine con tutti li altri, et haveano li aiuti del re Philippo et delli Scocesi detti, ma la cosa non gli riusci, et li confederati suoi non si trovorno in ordine a tempo et li soccorsi tardi, in guisa che li rebelli solevati furno averiti per il conte di Sussecke, che sentirassero verso la Scotia, che lui fingerebbe de seguitarli et cosi salverebbe il resto delli compagni, quali erano in gran pericolo di essere discoperti, et cosi il conte de Sussecke finsse de darli la carga et seguitarli, quali fugivano et se retirorno in Scotia, et il detto conte ne hebbe grande honore di tale cosa d' havere scacciati et fugati li rebelli et inimici di V.M., et fu molto guidardonato, et di poi ha havuto l' honore di gran chiamberlan, et e un de primi della corte, et era quello che faceva il tutto per il duca di Norfocke et ribelli. In questi tempi vene d' Italia in Londra un nipote del dottor Giulio, medico italiano della corte, quale era stato su la guerra, et dicea intendersi di fortezze, et cercava di havere per tale cosa qualche stipendio da V.M. Il conte di Lesiter, in loco di apresentargelo, lo meno in paese nelli suoi lochi et in quelli delli congiurati, di alcuni di loco, et li fecero fare disegni di fortezze, per fortificarsi poi, quando fusse re. Facea la provisione un pocco inanti, non che ne havesse bisogno all' tempo della rebellione ma di poi pigliata la Inghilterra, ma vedendo che non sapea quasi nulla, con molti presenti lo fecero ritornare in Italia, et dissero a V. M. che egli non sapea et li detero cativa informatione, poi che ben sene hebbero servito, et si crede che habbi 'no tali disegni di fortezze li congiurati, et che siano buoni, ma che habbino finto che egli non sapesse che e crimen læsæ majestatis far fare disegni di fortezze senza licentia di V. M. Il quarto tentativo delli congiurati fu di volere esecutare la congiura fu (sic) quando il duca di Norfocke, essendoli stata datta la casa sua per pregione, detta li Cartusiani, per li favori che hebbe dal conte di Lesiter secretamente, perche in publico mostravano volerse male, et erano una cosa medesima, stava la et finse di volere vivere in pace, et se misse a fabricare detta casa. In tanto fu scoperto et trovati quelli denari, quali mandava in Scotia a quelli della parte della reina, aspettando li suoi aiuti, et quello del re Philippo, per solevarsi insieme con il conte di Lesiter et compagni detti, et fattoli processo fu condenato et morto, la qual morta a inararbita et incrudelita la cosa, in guisa che si sono deliberati li congiurati, il conte di Lesiter, Sussecke, etc. di fare il quinto tentativo, et di volerla finire, et il conte de Sussecke vendete beni per una gran quantita di denari, beni stabili et trasportatili oltre mare in securo, perche e savio, accio che se la cosa della congiura fusse scoperta, et non gli riuscisse, havesse il modo di vivere, et d' una minima parte ha fiuto di fare un palazzo, et lo fa novo, con certi razzi, belli, et et (sic) tenuto un maestro di razzi di Malines un anno senza far nulla, accio li servisse di coperta, perche sperava in tal tempo mettere a fine la congiura, et tali cose ha fatto per coprire tale vendita di importantia de beni stabili, et pensando di finire la congiura l' anno passato, fece venire suo fratello, quale era fuori uscito per ribello, ad adimandare perdono a V. M., sperando che li perdonassi accio con lui con li suoi congiurati potesse tratare la cosa, perche e savio, et non si vole fidare cosi delli altri congiurati come di suo fratello, perche finge voler male al conte di Lesiter et alli altri, teme di parlarli spesso, per non dar suspicione, voleva che suo fratello facesse quello officio di parlamentare con tutti, et ha finto di esserli come inimico, et non ha mai voluto parlare per lui con V.M., ma la cosa non li e riuscita a suo modo, cosi era fittione quella del conte di Lesiter con il duca di havere inimicitia insieme. Hor essendo determinato di finire la congiura questo anno 1578, hanno datto ordine per il mese di Febraro passato, et milor de Setoun gia uno anno et mezzo mando per tale cagione un suo figliuolo detto il signor Giovanni in Spagna, per far concludere la lega con il re Philippo et il re di Franza et il papa, quale passo per Inghilterra, et fu a fare riverentia a V. M., quale li fece mogliereza grande, non sapendo la trama che egli menava, e detto conte di Setoun mando a donare al conte di Lesiter sei falconi per tale suo figliuolo, quali tiene streta amicitia seco, et se fanno presenti ogni anno insieme, et sono come fratelli, et tale giovene e stato alla corte di V. M. piu di un anno, et sempre mangiava con il conte di Lesiter, quale scrivea tutto il fatto come passava della congiura per questo giovene, et egli mandava le littere al conte di Setoun, suo padre. De Spagna poi tal giovene presto ando a Roma a concludere li aiuti del papa, quali da alla lega et alli Scocesi per solevarsi et rebellersi come hano fatto, perche tale conte di Setoun per tale negotio tiene uno figliuolo in Roma, quale e abbate, ma, per esser piu giovene delli altri suoi figliuoli, lo tiene la sotto colore d' imparare la lingua italiana et le scienze; ma con lui tiene huomeni compagni di congiura et di giuditio, quali solicitano di continuo il papa delli soccorsi. Uno altro suo figliuolo teniva il conte di Setoun, detto il signor Roberto, il primogenito, con il signor Chiapin Vitelli, Italiano, quale era luogotenente del duca d' Alva, quale era quello che havea la cura di fare passare il mare li tre mila cavalli per il duca di Norfocke, et venne qui in Inghilterra per l'imbasciatore del duca d'Alva, per spiare il sitto et passi d' Inghilterra, et ritornato avisava il conte di Setoun per suo figliuolo, quale era appo di lui, le cose apartenente alli aiuti che haveva li congiurati ingiurati inglesi da lui, et che incaminava detti Scocesi. Questo e quel Setoun che soccorse il castello di Edemburg de sette mila scudi, quale porto di Franza, quando era assediato dall' esercito di V. M. et dal regente di Scotia. Hor essendo concluso il quinto tentativo della congiura per questo Febraro passato, l' ordine era che li Scocesi si solevassero cosi hanno fatto, et li compagni del duca di Norfocke tutto in un tempo si doveano levare et rebelarsi in Inghilterra, et servirsi di quello esercito che V. M. voleva mandare in favore delli Stati generali del Paese Basso, perche il conte di Lesiter era generale, et tutti li capitani et luogotenenti et officiali del campo erano delli suoi complici et amici, et cosi pigliavano tutto il fiore della Inghilterra, et sotto quella specie quel numero che volevano, et lassavano V. M. come nuda di genti et di soldati, et come disarmata, et insieme con li Scocesi solevati pigliavano et V. M. et tutta l' Inghliterra et Scotia, et rimetevano la reina di Scotia in stato, et il conte di Lesiter era fatto re d' Inghilterra, perche haveriano fatto passare parte della gente della lega in suo aiuto, havendo prima prese le navi di V. M. Milor di Sussecke era generale e condoreva tutto il carico della guerra : il suo locotenente era il contrarealeur. Il conte di Lesiter per havere entrata de parlar spesso con V. M. havea la cura di farla pregiona, ma questo voleva fare un giorno che venisse in casa sua, quando li veniva per piacere, et per ho di longo tempo ogni anno, et in paese et in Londra, la convitava in casa sua per sicurare bene V. M., accio che la ultima volta di notte la pigliassero in casa sua in Londra, et la mandassero per acqua in Spagna, et poi subito solevarsi, et seguitare di pigliare tutta l' Inghiterra. L' almiraglio et milor Cobam haveano la cura di recevere il soccorso di la lega et di Don Giovan di Austria. Il Pelan [Pelham] et il capitan Schout haveano la cura di pigliare il castello di Londra, et per questo vi fu messo a stare presso il Schout, et il conte d' Arundel compro una casa grande propinqua per metterli aiuti di soldati, ma di poi ha finto di venderla a milor Cobam. Milord Sidne havea la cura di pigliare et tenire la Hirlanda, et havea per compagno il conte di Esseckex (sic), quale fingeva di volere recuperare parte di quel paese, ma vi stava per aiutare il Sidne, ma e morto. Il conte d' Arundel et milord Lomelin [Lumley] suo genero tramano la tela et consigliano et contribuiscono alle spese, et intertengono delli huomeni da guerra assai, et danno tutti li carichi di importantia al conte di Sore [Surrey], mestre Dier alla corte, et mestre Brudnel in paese. Sono quelli che portano le risposte di l' uno et l' altro congiurato et complici. Tutti li congiurati banno fatto venire li suoi amici propinqui a lori, et il conte di Lesiter, fece venire il suo Rocho Buonetti, italiano, d'Italia. Il quale confida molto per essere huomo di guerra, et se lo ha obligato con molti beneficii, et haver lui buona provisione, et a fatto venire di oltre mare un certo capitan Sassetti, italiano, quale militava altre volte in Hirlanda per V. M., et era capitano in quelli paesi, ma per un homicidio che fece in Londra fu condenato alla forca, et il conte de Lesiter li fece havere la gratia de V. M. Hora et venuto ad aiutare il conte di Lesiter, perche li e tanto obligato contra V. M. che li fece la gratia della vita, e homo di guerra, et detto conte di Lesiter l' ama molto, fece havere una provisione con V. M. a un altro italiano detto Prospero di cento lire al' anno per carmlarizzo (?), ma il disegno suo e stato di servirsene in tale congiura, perche e huomo di guerra et bon soldato. Si fida il conte di Lesiter piu di forestieri che di altri, perche sono poveri et animosi, et risegati ad ogni pericolo, perche non hanno che perdere. Per non havere beni stabili et per ho huomeni tali li sono piu fidati et piu pronti, ma per ho non li scopre l' animo suo a questi tali; cosi hanno fatto, tutti li altri congiurati hanno fatto aparechiare tutti li suoi amici et quelli che li sono obligati. Io ho manifestato a V. M. tale congiura, perche io ho mutato natura et mi son convertito del tutto a volere servire a Dio et non alli huomeni, et questo fu in una predica, ove il predicatore predico sopra il 16. capitolo di San Luca, di quel ricco et di Lazaro povero, quale ambi doi morirno, et Lazaro fu portato in cielo, et il ricco sepolto nell' inferno, quel ministro predico tanto ampiamente di tali pene dell' inferno, et di tanti cruci et fiame et pianti et stridori di denti, et si dilato tanto et cosi bene, che mi fece tremere tutto, et mi messa tale spavento et horrore, et Dio mi tocco, che mi venne un zelo del suo honore, et deliberai di non volere piu vivere come io soleva, et deliberai di mutar vita et di voler servire a Dio et a V. M., et per ho li ho fatto intendere tale congiura, et voglio piu presto riguardare alle cose dell' anima mia che all' honore del mondo quale piu non curo, ne richezza alcuna mondana.”
Endorsed :—“1577. Baptista di Trento.”
Italian. 2½ pp.
492. Provisions for Coin and Livery in Ireland.
(fn. 2) [1577]. Burghley's memorandum of “provisions to be placed instead of that manner of force which the Captains of countries pretend now to keep for the defence of the country, borne upon coin and livery.” First, that the charge shall be still continued that hath been usually borne by the country towards all the Queen's Majesty's services named “general hostings.” Secondly, that every such captain may take any victual towards maintenance of his horse or foot upon lands only of such captain occupied by any tenant of his. Thirdly, whenever the Lord Deputy and Council, for the service of the Queen, see cause to levy and keep any number of kern and gallowglas for defence of any country, where the charge of coin and livery has been usual, it shall be lawful to recontinue the former usual charge, the leading of the said kern, etc., to be committed to the captain, that heretofore led them, or his heir, &c.
Endorsed.
p. Burghley's holograph.
493. Instructions for Ambassadors.
[1577.] Further instructions for the Ambassadors sent to treat with the King of Spain, with especial reference to the anticipated demand for full ingress and egress to the towns (in the United Provinces) held by her Majesty and garrisoned by her troops; to the conduct of such garrisons in time of war; and to the neutrality of her Majesty's ports.
pp.
494. The Earl and Countess of Oxford.
[1577 ?] Memoranda by Lord Burghley touching the estrangement between his daughter the Countess of Oxford and her husband. A Memorial to be shown to the Master of the Rolls and others. Proposals for her separate maintenance, &c.
pp.
495. The Earl and Countess of Oxford.
[1577 ?] Memoranda by Lord Burghley of the good offices rendered by him from time to time to the Earl of Oxford and of the latter's subsequent ingratitude.
1 p.

Footnotes

  • 1. Error for December.
  • 2. See No. 479, Sept. 18, 1577.—N. White to Burghley.